martedì 11 dicembre 2012

YOUNG ADULT - complessi tutti americani..

Locandina italiana Young AdultCharlize Theron stavolta veste i panni di Mavis, una donna nell'aspetto, ma un'adolescente nell'animo. Lei è stata la ragazza più bella del liceo. si è trasferita in città perchè era stufa di mescolarsi alla plebaglia di una cittadina di provincia. Ha un matrimonio fallito alle spalle, problemi di alcolismo e gravi disturbi psicologici. Fa la ghost writer di libri per ragazzi dai 14 ai 21 anni (joung adult appunto), ma la serie per cui scrive ha commissionato l'episodio conclusivo.
Un giorno riceve una mail dove si annuncia la nascita della bambina del suo ragazzo del liceo e questo la fa partire per un viaggio nella sua città Natale, con l'intento di riprendersi la sua vecchia fiamma per strapparlo ad una vita che, lei ritiene, non lo renda felice.
Questo è uno dei quei film che solo in america possono avere un senso, noi li guardiamo con questa consapevolezza e li apprezziamo lo stesso, ma sappiamo che nel Bel Paese, questo dramma difficilmente avrebbe un reale sviluppo. Questo perché gli Stati Uniti sono la patria delle reginette, dei meccanismi studenteschi dove il più bello e il più forte vengono investiti di un'aurea di importanza e potere dovuti al loro semplice aspetto o alla loro capacità di prevaricazione. Questi miti giovanili hanno poi difficoltà a mantenere l'immagine dorata che si è venuta a creare e il problema di Mavis è proprio che lei è rimasta al liceo. Crede di essere sempre la più bella, che questo basti a tutto e che per gli altri lei debba restare un'idolo, la persona da imitare e di cui essere invidiosi. E' adatta a scrivere quei romanzetti per ragazzi perché i protagonisti dei suoi racconti sono come lei. Non riesce assolutamente ad affrontare anche il più piccolo dei problemi come una vera adulta.
Questo film fa veramente apprezzare la semplicità nei rapporti. E' giusto creare aspettative attorno ad eventi e persone, ma senza mai esagerare. Purtroppo nel film non fanno capire a pieno le origini del disturbo di Mavis, cosa che sarebbe stata interessante, ma ci lasciano inorridire di fronte al risultato drammatico di una donna completamente alienata nel suo mondo.
Dico solo due parole sul cane che si vede anche in locandina: povera bestiola!

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