giovedì 13 dicembre 2012

IL ROSSO E IL BLU - l'eterno gap tra studenti ed insegnanti



Le storie di tre figure ci fanno vedere tre approcci diversi al rapporto insegnante-studenti in un liceo romano.
Abbiamo la preside Giuliana che si assicura che tutto sia il più possibile in ordine, consono ed efficiente, anche se in alcune aule mancano addirittura le sedie..
Poi c'è il prof. Prezioso, supplente di lettere che si sente appunto prezioso per le giovani mente che tenta di istruire. Vuole costruire una rapporto con loro, ESSERE uno di loro, ma i suoi sforzi sembrano condurlo inevitabilmente ad un vicolo cieco.
In fine troviamo il prof. Fiorito (o meglio sfiorito), che ha ormai perso ogni speranza di interessare i suoi studenti. Sa che non hanno speranze e fa continuamente un battute pungenti su questo.
Ci siamo mai sentiti capiti dai nostri prof.? I prof hanno mai capito fino in fondo i loro studenti? Anche se qualcuno, negli anni, può essersi illuso che questo gli sia capitato, la risposta ad entrambe queste domande è no. Questo film parla proprio di questo. I giovani e i loro educatori si muovono su binari paralleli, parlano lingue diverse. E' frustrante, per chi li osserva dalla cattedra, rendersene conto. Nonostante questo, i tre adulti che governano la scena, non perdono mai completamente la speranza e questo, in fondo, lascia credere anche a noi che questo possa essere possibile, perché il rosso e il blu, alla fine, sono le due estremità della stessa matita..

martedì 11 dicembre 2012

YOUNG ADULT - complessi tutti americani..

Locandina italiana Young AdultCharlize Theron stavolta veste i panni di Mavis, una donna nell'aspetto, ma un'adolescente nell'animo. Lei è stata la ragazza più bella del liceo. si è trasferita in città perchè era stufa di mescolarsi alla plebaglia di una cittadina di provincia. Ha un matrimonio fallito alle spalle, problemi di alcolismo e gravi disturbi psicologici. Fa la ghost writer di libri per ragazzi dai 14 ai 21 anni (joung adult appunto), ma la serie per cui scrive ha commissionato l'episodio conclusivo.
Un giorno riceve una mail dove si annuncia la nascita della bambina del suo ragazzo del liceo e questo la fa partire per un viaggio nella sua città Natale, con l'intento di riprendersi la sua vecchia fiamma per strapparlo ad una vita che, lei ritiene, non lo renda felice.
Questo è uno dei quei film che solo in america possono avere un senso, noi li guardiamo con questa consapevolezza e li apprezziamo lo stesso, ma sappiamo che nel Bel Paese, questo dramma difficilmente avrebbe un reale sviluppo. Questo perché gli Stati Uniti sono la patria delle reginette, dei meccanismi studenteschi dove il più bello e il più forte vengono investiti di un'aurea di importanza e potere dovuti al loro semplice aspetto o alla loro capacità di prevaricazione. Questi miti giovanili hanno poi difficoltà a mantenere l'immagine dorata che si è venuta a creare e il problema di Mavis è proprio che lei è rimasta al liceo. Crede di essere sempre la più bella, che questo basti a tutto e che per gli altri lei debba restare un'idolo, la persona da imitare e di cui essere invidiosi. E' adatta a scrivere quei romanzetti per ragazzi perché i protagonisti dei suoi racconti sono come lei. Non riesce assolutamente ad affrontare anche il più piccolo dei problemi come una vera adulta.
Questo film fa veramente apprezzare la semplicità nei rapporti. E' giusto creare aspettative attorno ad eventi e persone, ma senza mai esagerare. Purtroppo nel film non fanno capire a pieno le origini del disturbo di Mavis, cosa che sarebbe stata interessante, ma ci lasciano inorridire di fronte al risultato drammatico di una donna completamente alienata nel suo mondo.
Dico solo due parole sul cane che si vede anche in locandina: povera bestiola!

giovedì 29 novembre 2012

MONSIEUL LAZHAR - Bachir, portatore di buon cinema


In una scuola elementare di Motréal, l’insegnante Martine Lachance si impicca in aula, durante la ricreazione. E’ Simon, un bambino di 11 anni, a trovarla. Questo gesto estremo e apparentemente inspiegabile, getta la classe in uno stato di confusione e shock, dovuto soprattutto al fatto che questi giovani non sanno come affrontare emotivamente la perdita tragica della maestra. L’aula viene ridipinta, quasi a voler cancellare la presenza della maestra stessa, e comincia la ricerca di un sostituto. Purtroppo la notizia del suicidio rende impossibile trovarne uno, nessuno vuole insegnare in quella classe.
L’unico che si presenta come volontario è Bachir Lazhar, immigrato algerino, con documenti falsi, disposto a tutto pur di ottenere il posto. Il nuovo prof. cercherà di essere insegnante ed educatore dei ragazzi; parlerà di contenuti, di forme, di educazione e di valori. Bachir nasconde un terribile segreto, anche lui sta elaborando un lutto e percorrerà questo doloroso percorso assieme ai suoi alunni. Nonostante la volontà di genitori e preside di tenere pedagogia e psicologia nettamente separate, sarà proprio Bachir a dare ai suoi piccoli uomini i mezzi per superare la tragedia che li ha investiti. Li metterà allo stesso livello dei “grandi” e permetterà loro di maturare.
In un epoca dove l’alunno si reca a scuola solo per apprendere nozioni e dove il maestro ha il compito specifico di insegnare esclusivamente la didattica, dove l’alunno può mettere in discussione le parole dell’adulto che sta dietro alla cattedra e dove l’insegnante rischia continuamente di essere attaccato, Philippe Falardeau ci presenta un uomo che prende il suo ruolo di professore alla vecchia maniera. Si pone su un livello diverso, autoritario, rispetto ai suoi alunni. Sfrutta tutte le occasioni per farli riflettere, crescere e maturare opinioni personali; spesso andando contro le conclamate istruzioni di preside e genitori. Lui non sa essere diverso, perché prende il suo ruolo a 360°. Vede che i suoi studenti hanno bisogno del suo aiuto e non si tira indietro. Sente che hanno bisogno di più di qualche ora con la psicologa per superare lo shock che hanno subito e rischia tutto per aiutarli. Instaura con loro un rapporto di amicizia e reciproco rispetto. Loro sono le sue crisalidi che presto diventeranno farfalle. Questo paragone, preso in prestito da Balzac, si respira durante tutta la storia e diffonde una luce speciale su Bachir e i suoi affezionati studenti.
Tra i temi trattati spicca anche l’integrazione di uno straniero con un bagaglio culturale diverso e una storia combattuta, che prende un valore aggiunto se pensiamo che l’attore Mohamed Fellag (Bachir Lazhar) si esilia a Parigi nel 1995, dopo lo scoppio di una bomba nel teatro dove stava andando in scena il suo spettacolo.
Il film ha ricevuto molti consensi, forse proprio perché riesce a trasmettere tutte le emozioni che si sviluppano all’interno di questo microcosmo, lasciando allo spettatore qualcosa di più rispetto alla semplice visione di un bel film.

martedì 20 novembre 2012

MILLENNIUM - uomini che odiano le donne (giù le mani dai libri!)

Questa, giuro, è l'ultima volta che guardo un film tratto da un libro che mi è piaciuto. Sì perchè se il libro non mi garba, guardo il film ansiosa di vedere come questo viene ridotto a brandelli. Ma se il libro che finisce al macello è Millennium, primo capitolo della stupenda trilogia di Stieg Larsson, allora m'incavolo sul serio.
Mi sono seduta in divano con le migliori intenzioni, Rooney Mara è stata effettivamente molto brava a rendere un personaggio contorto e affascinante allo stesso tempo, come solo Lisbeth Salander può esserlo. Plummer molto fedele all'Henrik Vanger di cui avevo letto. Craig convince un po' meno rispetto al Blomvisk del libro, ma ci  potevo anche passare sopra.
La cosa che proprio non ho tollerato è stato lo stravolgimento del finale. Ormai avevano fatto 30, potevano fare benissimo 31. Cos'é? Avevano finito i fondi per girare 2 scene in Australia???
Dopo lo shock sono andata a leggere in giro, e pare che la versione svedese sia migliore di questa americana. Mi riprometto di vederla, facendo l'ultimo strappo al mio giuramento, in nome del povero Larsson che non può più protestare purtroppo, né scrivere altre meraviglie.
Una cosa positiva la dico, ad onor del vero, mio marito ha molto gradito il film (non ha letto il libro e si dice felice di non averlo letto a questo punto). Quindi se avete letto il libro, lasciate perdere questa trasposizione, se non l'avete letto, vi piacerà sicuramente, ma fatevi affiancare da qualcuno che l'abbia letto e che possa colmare le molte lacune e i dubbi che vi verranno..

mercoledì 14 novembre 2012

L'AMORE CHE RESTA - la delicatezza e la forza di Mia Wasikowska

Non c'è niente di meglio di una serata in divano a guardare un bel film. Uno di quelli che ti emozionano e ti fanno capire che c'è gente veramente in grado di fare Cinema, con la C maiuscola.
Ebbene, ieri mi sono buttata su un drammatico da strappa-lacrime assicurato.

Una ragazza di 16 anni, un po' stramba, scopre che il cancro al cervello da cui è affetta le lascerà soltanto 3 mesi di vita. In questo breve lasso di tempo conoscerà e si innamorerà di un ragazzo altrettanto strano, che non riesce ad elaborare il lutto della perdita dei suoi genitori.
Tutti e due trarranno grandi benefici dal rapporto che si instaura. Da una parte Annabel troverà la felicità e l'amore, nonostante la consapevolezza della malattia. Dall'altra Enoch, dicendo addio ad Annabel, riuscirà a lasciar andare anche i suoi genitori e il fantasma che gli tiene compagnia.

Sarò onesta, ho selezionato questo film per il regista Gus Van Sant (Scoprendo Forrester e Will Hunting), perchè sapevo che non sarei rimasta delusa dal suo modo di trattare i sentimenti e l'interiorità dei personaggi. Quando poi ho ripescato il titolo originale, si è attivato il mio radar da "film da grandi aspettative". Sì perchè Restless era nella mia lista di film da vedere dacché è uscito. Vorrei fare una digressione sul motivo assurdo che spinge i distributori italiani a ficcare la parola "amore" in ogni titolo solo perché attira il pubblico, ma lascio stare; dico solo W I TITOLI ORIGINALI.
Mia Wasikowska (Annabel) è eterea, una di quelle attrici che solo con la loro presenza nobilitano la scena. Mi era piaciuta come Alice e in I ragazzi stanno bene, ma qui l'ho proprio adorata. Dà alla protagonista quel senso di forza e fragilità allo stesso tempo, di saggezza e limpidezza d'animo.
Henry Hopper (Enoch) è una figura interessante. Va ai funerali di estranei perché non é riuscito ad essere presente a quello dei suoi, disegna la sua sagoma sull'asfalto col gesso come se fosse il cadavere di se stesso. Si sente morto, ma è vivo. Questa è la grande verità che non riesce ad accettare: essere vivo. Sa da subito che Annabel morirà, ma vuole che la vita si attacchi a lei e, come una malattia contagiosa, questo farà sì che sia lui a riscoprirsi vivo.

giovedì 1 novembre 2012

007 SKFALL - rinascere a 50 anni

A cinquant'anni dall'uscita del primo 007, Bond stavolta si trova a dover difendere niente meno che l'MI6, nonché M stessa, presa di mira da un ex agente fanatico, che ha sviluppato una morbosa perversione per la M-adre dell'agenzia stessa. Non mi dilungherò tanto sulla storia quanto sui personaggi.
James Bond non è più un giovincello, ha i suoi anni e se li sente tutti. Non si nasconde al pubblico che comincia a perdere colpi. E' spesso ubriaco, la sua mira non è più quella di un tempo, fallisce i test psico-attitudinali per l'abilitazione. Nonostante questo c'è una persona (M) che crede in lui a tal punto, da mettere comunque nelle sue sole mani una grande missione: recuperare un file con la lista dei nomi degli agenti sotto copertura.
M, sempre la splendida Judi Dench in quest'occasione difenderà con le unghie e con i denti l'MI6, alla quale ha dedicato la sua vita. Certo, il futuro ha portato con sé molti cambiamenti, ma lei vuole dimostrare che una spia lo é innazitutto nello spirito, indipendentemente dalla dotazione al suo seguito. Inutile dare un valore alla sua presenza, perchè non sarebbe quantificabile, molta attenzione a quando recita la poesia tanto cara al suo defunto marito.
Silva, alias Javier Bardem, che io ho trovato divino - sul serio - spero si becchi qualche premio perché é un cattivo eccellete, con la giusta dose di pazzia, come non se ne vedono spesso. Un mostro che rivela la sua vera natura, un folle che racconta la sua insanità in maniera razionale (vedi l'aneddoto dei topi). E' stato il personaggio che ho apprezzato di più!
Attorno a loro anche Ralph Fiennes, Naomi Harris e Ben Whishaw hanno dato ottimi contributi.
Concludo dicendo che questo film non è da sottovalutare, non è il solito Bond, è un Bond che vuole dimostrare di poter essere ancora se stesso anche ai giorni nostri. E dimostrerà che bastano una pistola e una radio per poter battere un genio di pc. Dimostrerà che per continuare a vincere bisogna tornare alle proprie origini, e lui lo farà in tutti i sensi.

domenica 28 ottobre 2012

FREQUENCY - IL FUTURO E' IN ASCOLTO

Locandina italiana Frequency - Il futuro è in ascoltoStamattina accendo la tv e chi trovo? Dennis Quaid e Jim Caviezel in Frequency - il futuro è in ascolto e decido subito di rivederlo.
La storia è piuttosto surreale, come suggerisce il titolo stesso. 2009, un ragazzo che non è mai riuscito a superare la morte del padre pompiere in un incendio, si ritrova a parlare con lui tramite una radio, proprio poche ore prima che il fatidico incidente avvenga nel 1969. Grazie a questo fatto incredibile e difficilmente spiegabile, John riesce a salvare suo padre. Fin qui tutto bene, se non fosse che questo loro modificare gli eventi passati, porta gravi conseguenze. Un serial killer non morirà nel 1969, ma continuerà ad uccidere molte donne, tra cui la madre di John. Qui partirà la corsa di padre e figlio che, da epoche diverse si impegneranno per porre fine agli omicidi.

Potrei citare un'infinità di film in cui l'uomo torna indietro nel tempo o cerca di modificare in qualche modo gli eventi del passato, Partendo dai Ritorno al Futuro, passando per Dejà-Vu, Source Code e molti altri ancora.. Questo non si significa che il tema sia vecchio né superato, ma solo che affascina, incanta e tenta qualunque patito di sci-fi. Ognuno prova a formulare la sua teoria su come arrivarci.
L'espediente scientifico, comunque, non è il centro della narrazione. E' più un pretesto per iniziare a costruire la storia vera e propria che punta tutto sul rapporto padre-figlio. Un legame interrotto bruscamente, al quale viene data una seconda possibilità.

Questo è uno di quei film che si guardano volentieri in divano, con la copertina che ti scalda le gambe e i pop corn che scoppiano nel microonde, in queste gelide domeniche.

venerdì 26 ottobre 2012

IL CORAGGIOSO - l'ultima apparizione di Marlon Brando

Grazie al mio sentitissimo obiettivo di vedere tutta la filmografia di Johnny Depp, mi sono imbattuta da poco ne "Il Coraggioso" che, tra l'altro, è stato il primo film diretto da Depp.
Il film è del 1997 e la storia è tratta da un romanzo del 1991 di Gregory McDonald. Raphael (Depp) è un indiano che vive con sua moglie e i due figli in una baraccopoli costruita ll'interno di una discarica. Il suo passato è segnato da vari reati e periodi di reclusione. La famiglia è allo sfascio. A peggiorare la situazione, arriva la notizia che l'intero villaggio verrà presto distrutto, poiché il terreno su cui sorge è stato acquistato da una grande società. E' proprio per dare un futuro alla sua famiglia, che Raphael accetta di venire pagato per essere torturato e ucciso. Una parte del denaro gli viene consegnata in anticipo, userà quella cifra per riportare una sorta di equilibrio nei rapporti con la moglie e i figli, cercando di renderli felici e di lasciare un buon ricordo di sé, nella sua ultima settimana di vita.

Ho vissuto tutto il film con un senso di tristezza e angoscia, quella che Depp riesce a comunicare perfettamente col suo sguardo magnetico, che lo rende tanto caro a Burton (e anche a me). Ha sbagliato in passato, ma ama moltissimo la sua famiglia e il modo in cui la fissa in disparte, sopra la collina, commuove veramente.
La sua ultima confessione, prima di andare al massacro, è paradossale: ammette le sue intenzioni davanti ad un prete si aspetta che questi non solo lo capisca, ma lo aiuti. E' assurdo, però dà l'idea di quanto fosse convinto del suo gesto. Come dice Raphael stesso quando viene accusato, lui non sta vendendo la sua anima, ma il suo corpo, per salvare la sua famiglia.

Dedico le ultime righe a quel mito di nome Marlon Brando. Attore incredibile che non ha MAI preso lezioni di recitazione e che è stato travolto da una fama che non è stato in grado di gestire o che, forse, l'ha investito sconvolgendo completamente la sua vita e portandolo alla vita di eccessi che tutti sappiamo. Se è vero che dove c'è il genio, c'è anche la follia, Brando ne è un esempio perfetto.
Questo è il l'ultimo film in cui lo vedremo apparire; e quale parte accetta? La parte di un uomo che sta morendo e che paga altri uomini per vederli morire, adepto di un credo agghiacciante. E' convinto che vedere uomini morire dopo atroci torture, vedere la morte che prende altri coraggiosi, avvicinarsi così tanto e così spesso alla morte stessa attraverso i trapassi di uomini disperati che scendono a patti con lui, lo aiuterà a vivere più serenamente la sua fine, arrivando addirittura a non temere più la falce che è sempre più vicina alla sua testa.
Depp è stato molto vicino a Brando e questi l'ha addirittura indicato come attore di riferimento per le nuove generazioni, quasi come un passaggio del testimone.

mercoledì 24 ottobre 2012

CARNAGE - minimo spazio, ottimo rendimento

Un diverbio tra due ragazzini di 11 anni al parco; uno dei due picchia l'altro con un bastone. Questo è il fatto scatenante che porta i genitori dei giovani ad incontrarsi per provare a risolvere amichevolmente la faccenda.
Kate Winslet, Cristoph Walz, Jodie Foster e John C. Reilly sono stati scelti da Roman Polanski interpretare i genitori (Foster e Reilly della parte "lesa", Walz e Winslet del "carnefice").
Nonostante l'incontro cominci in maniera piuttosto responsabile ed ordinata, pian piano i personaggi lasciano cadere le loro maschere e liberano la loro vera indole. Si lasciano andare in rivelazioni sconvenienti sulla loro vita privata e in giudizi sfacciati nei confronti degli altri presenti.
Il tutto si svolge all'interno di un appartamento. Il senso del (poco) spazio accentua la sensazione di angoscia e claustrofobia che provano i personaggi stessi. Il set è stato curato alla perfezione, la posizione di ogni cosa studiata al millimetro. Si sente che è un adattamento di un pezzo teatrale, i tempi dei dialoghi perfetti.
Personalmente l'ho trovato spassoso e al tempo stesso spaventoso; nel senso che é bello ridere della follia dei personaggi, ma ci si rende anche conto che molti atteggiamenti sono terribilmente reali. Li ritroviamo in noi stessi e nelle persone che ci circondano. In ognuno di noi c'è una "belva" pronta ad uscire, ce ne vergogniamo magari, ma non riusciamo a cancellarla.

mercoledì 17 ottobre 2012

DON JUAN DE MARCO - MAESTRO D'AMORE Johnny ha sempre tanto da insegnare

Nel "lontano" 1995 due maestri come Johnny Depp e Marlon Brando hanno recitato per la prima volta insieme in un film che è letteralmente schizzato all'apice delle mie preferenze cinematografiche. Quando ho tempo e voglio guardarmi un film da pelle d'oca scelgo questo.
Per principio mi sono trovata la lista di tutti i film con Depp perchè, essendo il mio attore preferito, volevo vedermeli tutti. E fu così, che da una VHS registrata da Italia7Gold, rimasi affascinata dalla poesia che sta dietro a questo capolavoro.
Un giovane 21enne vestito da Zorro tenta il suicidio. E' don Juan de Marco (Depp), dice di non poter più vivere perchè l'unica donna della quale è innamorato, lo rifiuta. Qui entra in gioco il dott. Mickler (Brando), alias Don Octavio de Flores, che tenta di guarire questo giovane schizofrenico in 10 giorni, giusto il tempo che gli resta prima di andare in pensione. Da qui parte il racconto della vita di Don Juan e delle sue molte conquiste. Verità o illusione? Il ragazzo è veramente malato o la sua maschera significa qualcosa di più? Chi sarà il vero malato?
Accidenti, scrivendone, mi è venuta nostalgia e voglia di guardarlo! Ecco un estratto..


lunedì 15 ottobre 2012

PARANORMAN - un horror a misura di bambino

I generi cinematografici sono molti. La maggior parte delle persone pensa che una parte di questi debbano essere preclusi ai bimbi, fino al raggiungimento di una certa età. L'idea nasce dalla volontà dei "gradi" di voler tutelare in qualche modo, le menti fragili e vulnerabili dei "piccoli".
Ora PARANORMAN è arrivato per portare l'horror nel mondo dei piccoli, senza sconvolgerli né impaurirli, ma addirittura divertendoli!
I tratti dell'horror vero e proprio ci sono tutti: fantasmi, misteri, zombi, streghe, maledizioni. Il tutto accompagnato da un eroe insolito, che vede e parla coi fantasmi, ma che ha dentro di sé tanto coraggio e buon senso, da battere tutti gli adulti in circolazione. 
In più, come è giusto che sia, non manca una buona dose di ironia e comicità tipica dei film di paura; quando una semplice frase basta a smascherare l'idiota del villaggio o la svampita di turno.
Come ultima osservazione, va detto che PER FORTUNA lo spettatore si trova a tifare per il bambino strano/escluso/incompreso e deriso da tutti; lasciando anche un messaggio positivo, contro tutti i bulli e gli sbruffoni che ahimé abbondano.

martedì 9 ottobre 2012

MEMENTO "ricordati di ricordare"

Come sarebbe la nostra vita se non riuscissimo ad assimilare nuovi ricordi?
Questo è il problema con cui Leonard deve convivere. Lui cerca di aiutarsi con un sistema molto chiaro: scriversi appunti, fotografare le persone che incontra e tatuarsi i fatti veramente importanti. Lui sta cercando l'assassino di sua moglie e i il suo stesso corpo è diventata la mappa delle sue indagini.
La tecnica narrativa di Nolan (che ha firmato anche Inception) è affascinante. Ripercorriamo a ritroso la memoria di Lenny, partendo dall'ultimo ricordo, passando poi al precedente appena dimenticato. Così, piano piano, riusciamo a capire la storia, il metodo e la verità su Lenny.
Sarebbe un sacrilegio svelare il finale, quindi non mi permetto assolutamente. Lo consiglio senza ombra di dubbio!
Locandina italiana Memento

venerdì 21 settembre 2012

NUOVO CINEMA PARADISO

Scrivere un post su questo capolavoro è sicuramente difficile. Se un film ti delude non hai nessun problema a sparare a zero su regista, attori e il resto della troupe. Ma se un film tocca i tasti giusti, così giusti da vincere l'Oscar come miglior film straniero, allora parlarne diventa complicato.
Innanzitutto partirei dicendo che tutti dovrebbero vederlo almeno una volta. Mostra molti retroscena che, per gli amanti del cinema, vale la pena vedere. La cabina, l'uso del caro vecchio proiettore, le pellicole che vengono "montate", sono tutte dinamiche vere, che valgono ancora oggi (fino all'anno scorso la maggior parte delle sale non aveva ancora adottato il digitale). Se poi lavori in un piccolo cinema di paese, che da sempre lotta per sopravvivere alle multisale e ai multiplex, allora ti sembra che il film parli anche un po' di te.
Il rapporto tra Totò e il cine-operatore Alfredo, le vicende del cinema, il paese, i comportamenti dei paesani durante le proiezioni, ma soprattutto l'amore assoluto e incondizionato di Totò per il cinema hanno fatto meritare a "Nuovo cinema Paradiso" un posto di prim'ordine nella storia del cinema italiano e non solo.
Che dire: guardatelo, guardatelo e riguardatelo ancora!

martedì 11 settembre 2012

THE BRAVE - ma chi l'ha detto che le principesse sono passate di moda?!

C'erano una volta Ariel, Biancaneve, Aurora, Belle e molte altre principesse che, con le loro storie, intrattenevano i bambini in maniera pulita, semplice ed educativa. E' sempre bello vedere che la Disney riesce a darci ancora lungometraggi d'animazione che fanno ridere, sognare, incantare, commuovere e anche imparare.
L'unica nota negativa, che vale solo per la versione italiana, è che THE BRAVE è stato tradotto come ribelle.. Da coraggiosa a ribelle la differenza è abissale!!
Un film per tutti, grandi e piccini, da vedere e rivedere!

giovedì 5 luglio 2012

Molto Forte, Incredibilmente Vicino

Visto ieri, impossibile non scriverne! Soprattutto dopo aver letto tutte le critiche che l'hanno ingiustamente massacrato. Ora, io non ho letto il libro e, a questo punto, sono contenta di non averlo fatto; ma il film visto come tale è molto bello e toccante.
Molto Forte, Incredibilmente Vicino parla di un ragazzo (Oskar) che, nel tentativo disperato di conservare l'illusione di suo padre morto in una delle Torri, l'11 settembre del 2001; intraprende una vera e propria caccia al tesoro per scoprire a chi appartenga una chiave. E' una spedizione nello stile di quelle che organizzavano sempre Oskar e il padre (Tom Hanks). E' un modo per sfuggire al dolore, per non arrendersi a una morte che non ha senso.
Non mi stancherò mai di ripetere che i libri sono una cosa, e i film un'altra. Anch'io, dopo aver visto un film tratto da un libro che mi piace, sono sempre un po' delusa. Ma da qui a dire che il film è spazzatura perchè non ha reso l'idea del libro, o perchè ha sfruttato come punti di forza, argomenti che nel libro non erano così sentiti; allora non ci sto. 
Un regista, uno scenografo, sono liberi pensatori. Prendono il materiale a loro disposizione e lo adattano alla loro visione. Così facendo, il film diventa una creatura indipendente, ed è come tale che deve essere giudicata.
L'amore tra padre e figlio è al centro di tutto, sia quello forte che lega Oskar e suo padre, sia la sua totale assenza tra il padre e il nonno del protagonista.
Una storia da pelle d'oca, caratteri e bagagli (o scarpe, come usa dire Oskar) ingombranti, vicende e vite che si intrecciano, lasciando a tutti i protagonisti (e ovviamente anche allo spettatore) qualcosa.

martedì 3 luglio 2012

A love song for Bobby Long

A volta, quasi per caso, si scovano delle piccole perle. "Una canzone per Bobby Long" ho scelto di vederlo per il cast: Scarlett Johansson e John Travolta, strana accoppiata!
Una giovane donna quasi diciottenne fa ritorno a casa, dopo la morte della madre con cui non parlava da molto tempo. Si trova a convivere con un ex professore e il suo pupillo impegnato a scrivere una biografia su di lui per riscattarlo agli occhi della sua famiglia. Entrambi gli uomini sono alcolizzati.
Questo è il complicato inizio di un film che vedrà scontrarsi caratteri difficili, persone che vivono al limite e che impareranno a conoscersi.
John Travolta è perfetto nel ruolo; così diverso dalla maggior parte dei film in ci siamo abituati a vederlo. Semina continue citazioni di libri celebri. Esprime amore e dolore alla perfezione, anche solo con lo sguardo. 
Nota super positiva all'ambientazione: New Orleans si riconosce subito dopo i primi scorci, le case, i colori, la musica.. Bello anche il modo in cui è stata descritta, una città a volte romantica, a volte abbandonata alla disperazione.

venerdì 15 giugno 2012

THE HELP: se lo vedi t'innamori!

In Italia escono 5/6 film a settimana.. Se moltiplichiamo per le 52 settimane di un anno, risulta che ne escono circa 300. Un bel numero, difficile vederli tutti!! Uno tra tutti, quest'anno, merita di essere visto assolutamente: THE HELP. 
La trama è presto detta: anni 60, Mississipi. I neri non sono più schiavi da 100 anni, ma la loro considerazione all'interno della società è pari a quella degli animali domestici, anzi, forse addirittura inferiore. Lo scenario è già  stato visto in molti film degli anni 80/90, ma qui l'effetto sullo spettatore ha qualcosa di magico. Skeeter (Emma Stone) sta cercando di farsi strada nel mondo del giornalismo e decide di scrivere un libro, nel quale raccogliere le storie delle donne di colore alle dipendenze delle famiglie bianche. Un progetto rischioso, che potrebbe mettere in pericolo sia lei, che le domestiche disposte a parlare. Non ho letto il libro da cui è tratto, ma mi sono riproposta di farlo.
Il punto forte del film sono le stesse protagoniste, tutte donne; tre delle quali hanno ricevuto le nomination agli Academy Awards - Octavia Spencer (Minny nel film) si è aggiudicata il meritatissimo Oscar come miglio attrice non protagonista. Sono tutte, dalla prima all'ultima, splendide. I loro caratteri, i loro ruoli e le loro diversità si fondono alla perfezione, creando momenti di commozione, ma anche di ilarità. Quando un film sa dare questo mix di emozioni, tenendo lo spettatore letteralmente incollato allo schermo, senza bisogno di grandi effetti speciali, né di trame contorte e piene di colpi di scena, ma solo grazie al lato umano che i personaggi raccontano; allora entra a pieno titolo tra quei film che ti lasciano qualcosa.
Io lavoro in un piccolo cinema di provincia e le facce delle persone che uscivano dopo aver visto questo film, confermavano le mie parole. 
Unica nota dolente, che bisognerebbe far presente a chi di dovere: questo film, in Italia non è stato sufficientemente pubblicizzato!! A volte ci bombardano di pubblicità di film che a malincuore definiamo tali, e questo capolavoro è conosciuto ai più.
In definitiva lo eleggo miglior film dell'anno, per me almeno. Film da tenere in cineteca e riguardare all'infinito!! Celia, Skeeter, Aibileen, Hilly e tutte le altre donne di The Help lasciano il segno..

giovedì 14 giugno 2012

"Tutto comincia da qui.."

Quando si può dire che una persona sia cinema-dipendente? Se parla troppo spesso per citazioni; se riguarda alcuni film decine di volte, fino ad impararli a memoria; se..ogni momento è buono per vederne uno; e se fa continuamente riferimenti a film, perché i film centrano sempre in qualche modo... Allora credo che questa persona possa essere etichettata come movies-maniac. Una malattia gravissima, dalla quale è pressoché impossibile guarire, ahimé. Direi che io stessa soffro di una forma acuta.. 
Ecco perché nasce questo blog: parlare di film, film e ancora film. Spero di non annoiare nessuno. E comunque: non sparate sul blogger!

PS già il titolo del post è una citazione..quale???