mercoledì 14 novembre 2012

L'AMORE CHE RESTA - la delicatezza e la forza di Mia Wasikowska

Non c'è niente di meglio di una serata in divano a guardare un bel film. Uno di quelli che ti emozionano e ti fanno capire che c'è gente veramente in grado di fare Cinema, con la C maiuscola.
Ebbene, ieri mi sono buttata su un drammatico da strappa-lacrime assicurato.

Una ragazza di 16 anni, un po' stramba, scopre che il cancro al cervello da cui è affetta le lascerà soltanto 3 mesi di vita. In questo breve lasso di tempo conoscerà e si innamorerà di un ragazzo altrettanto strano, che non riesce ad elaborare il lutto della perdita dei suoi genitori.
Tutti e due trarranno grandi benefici dal rapporto che si instaura. Da una parte Annabel troverà la felicità e l'amore, nonostante la consapevolezza della malattia. Dall'altra Enoch, dicendo addio ad Annabel, riuscirà a lasciar andare anche i suoi genitori e il fantasma che gli tiene compagnia.

Sarò onesta, ho selezionato questo film per il regista Gus Van Sant (Scoprendo Forrester e Will Hunting), perchè sapevo che non sarei rimasta delusa dal suo modo di trattare i sentimenti e l'interiorità dei personaggi. Quando poi ho ripescato il titolo originale, si è attivato il mio radar da "film da grandi aspettative". Sì perchè Restless era nella mia lista di film da vedere dacché è uscito. Vorrei fare una digressione sul motivo assurdo che spinge i distributori italiani a ficcare la parola "amore" in ogni titolo solo perché attira il pubblico, ma lascio stare; dico solo W I TITOLI ORIGINALI.
Mia Wasikowska (Annabel) è eterea, una di quelle attrici che solo con la loro presenza nobilitano la scena. Mi era piaciuta come Alice e in I ragazzi stanno bene, ma qui l'ho proprio adorata. Dà alla protagonista quel senso di forza e fragilità allo stesso tempo, di saggezza e limpidezza d'animo.
Henry Hopper (Enoch) è una figura interessante. Va ai funerali di estranei perché non é riuscito ad essere presente a quello dei suoi, disegna la sua sagoma sull'asfalto col gesso come se fosse il cadavere di se stesso. Si sente morto, ma è vivo. Questa è la grande verità che non riesce ad accettare: essere vivo. Sa da subito che Annabel morirà, ma vuole che la vita si attacchi a lei e, come una malattia contagiosa, questo farà sì che sia lui a riscoprirsi vivo.

2 commenti:

  1. Uno dei film migliori dello scorso anno! Un Gus van Sant che sa toccare con leggerezza anche dei temi così duri da affrontare... un'emozione!

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    1. Sono pienamente d'accordo con te! Peccato che la distribuzione non ci abbia creduto (nel Triveneto c'era tipo 1 o 2 copie..)

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