Molto Forte, Incredibilmente Vicino parla di un ragazzo (Oskar) che, nel tentativo disperato di conservare l'illusione di suo padre morto in una delle Torri, l'11 settembre del 2001; intraprende una vera e propria caccia al tesoro per scoprire a chi appartenga una chiave. E' una spedizione nello stile di quelle che organizzavano sempre Oskar e il padre (Tom Hanks). E' un modo per sfuggire al dolore, per non arrendersi a una morte che non ha senso.
Non mi stancherò mai di ripetere che i libri sono una cosa, e i film un'altra. Anch'io, dopo aver visto un film tratto da un libro che mi piace, sono sempre un po' delusa. Ma da qui a dire che il film è spazzatura perchè non ha reso l'idea del libro, o perchè ha sfruttato come punti di forza, argomenti che nel libro non erano così sentiti; allora non ci sto.
Un regista, uno scenografo, sono liberi pensatori. Prendono il materiale a loro disposizione e lo adattano alla loro visione. Così facendo, il film diventa una creatura indipendente, ed è come tale che deve essere giudicata.
L'amore tra padre e figlio è al centro di tutto, sia quello forte che lega Oskar e suo padre, sia la sua totale assenza tra il padre e il nonno del protagonista.
Una storia da pelle d'oca, caratteri e bagagli (o scarpe, come usa dire Oskar) ingombranti, vicende e vite che si intrecciano, lasciando a tutti i protagonisti (e ovviamente anche allo spettatore) qualcosa.
