A cinquant'anni dall'uscita del primo 007, Bond stavolta si trova a dover difendere niente meno che l'MI6, nonché M stessa, presa di mira da un ex agente fanatico, che ha sviluppato una morbosa perversione per la M-adre dell'agenzia stessa. Non mi dilungherò tanto sulla storia quanto sui personaggi.
James Bond non è più un giovincello, ha i suoi anni e se li sente tutti. Non si nasconde al pubblico che comincia a perdere colpi. E' spesso ubriaco, la sua mira non è più quella di un tempo, fallisce i test psico-attitudinali per l'abilitazione. Nonostante questo c'è una persona (M) che crede in lui a tal punto, da mettere comunque nelle sue sole mani una grande missione: recuperare un file con la lista dei nomi degli agenti sotto copertura.
M, sempre la splendida Judi Dench in quest'occasione difenderà con le unghie e con i denti l'MI6, alla quale ha dedicato la sua vita. Certo, il futuro ha portato con sé molti cambiamenti, ma lei vuole dimostrare che una spia lo é innazitutto nello spirito, indipendentemente dalla dotazione al suo seguito. Inutile dare un valore alla sua presenza, perchè non sarebbe quantificabile, molta attenzione a quando recita la poesia tanto cara al suo defunto marito.
Silva, alias Javier Bardem, che io ho trovato divino - sul serio - spero si becchi qualche premio perché é un cattivo eccellete, con la giusta dose di pazzia, come non se ne vedono spesso. Un mostro che rivela la sua vera natura, un folle che racconta la sua insanità in maniera razionale (vedi l'aneddoto dei topi). E' stato il personaggio che ho apprezzato di più!
Attorno a loro anche Ralph Fiennes, Naomi Harris e Ben Whishaw hanno dato ottimi contributi.
Concludo dicendo che questo film non è da sottovalutare, non è il solito Bond, è un Bond che vuole dimostrare di poter essere ancora se stesso anche ai giorni nostri. E dimostrerà che bastano una pistola e una radio per poter battere un genio di pc. Dimostrerà che per continuare a vincere bisogna tornare alle proprie origini, e lui lo farà in tutti i sensi.
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