Non c'è niente di meglio di una serata in divano a guardare un bel film. Uno di quelli che ti emozionano e ti fanno capire che c'è gente veramente in grado di fare Cinema, con la C maiuscola.
Ebbene, ieri mi sono buttata su un drammatico da strappa-lacrime assicurato.
Una ragazza di 16 anni, un po' stramba, scopre che il cancro al cervello da cui è affetta le lascerà soltanto 3 mesi di vita. In questo breve lasso di tempo conoscerà e si innamorerà di un ragazzo altrettanto strano, che non riesce ad elaborare il lutto della perdita dei suoi genitori.
Tutti e due trarranno grandi benefici dal rapporto che si instaura. Da una parte Annabel troverà la felicità e l'amore, nonostante la consapevolezza della malattia. Dall'altra Enoch, dicendo addio ad Annabel, riuscirà a lasciar andare anche i suoi genitori e il fantasma che gli tiene compagnia.
Sarò onesta, ho selezionato questo film per il regista Gus Van Sant (Scoprendo Forrester e Will Hunting), perchè sapevo che non sarei rimasta delusa dal suo modo di trattare i sentimenti e l'interiorità dei personaggi. Quando poi ho ripescato il titolo originale, si è attivato il mio radar da "film da grandi aspettative". Sì perchè Restless era nella mia lista di film da vedere dacché è uscito. Vorrei fare una digressione sul motivo assurdo che spinge i distributori italiani a ficcare la parola "amore" in ogni titolo solo perché attira il pubblico, ma lascio stare; dico solo W I TITOLI ORIGINALI.
Mia Wasikowska (Annabel) è eterea, una di quelle attrici che solo con la loro presenza nobilitano la scena. Mi era piaciuta come Alice e in I ragazzi stanno bene, ma qui l'ho proprio adorata. Dà alla protagonista quel senso di forza e fragilità allo stesso tempo, di saggezza e limpidezza d'animo.
Henry Hopper (Enoch) è una figura interessante. Va ai funerali di estranei perché non é riuscito ad essere presente a quello dei suoi, disegna la sua sagoma sull'asfalto col gesso come se fosse il cadavere di se stesso. Si sente morto, ma è vivo. Questa è la grande verità che non riesce ad accettare: essere vivo. Sa da subito che Annabel morirà, ma vuole che la vita si attacchi a lei e, come una malattia contagiosa, questo farà sì che sia lui a riscoprirsi vivo.
Uno dei film migliori dello scorso anno! Un Gus van Sant che sa toccare con leggerezza anche dei temi così duri da affrontare... un'emozione!
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con te! Peccato che la distribuzione non ci abbia creduto (nel Triveneto c'era tipo 1 o 2 copie..)
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