Sophie è una ragazza che lavora come cappellaia, non si sente bella e conduce una vita tranquilla. Un giorno si imbatte per caso in Howl, uno stregone affascinante e potentissimo, inseguito dagli sgherri della Strega delle Lande. Per fare un torto ad Howl, la Strega capricciosa, trasforma Sophie in una vecchietta, impedendole per giunta di parlare ad anima viva della maledizione in questione.
Sophie andrà a lavorare come domestica nel castello di Howl che, come suggerisce il titolo stesso, si sposta continuamente sulle proprie gambe. Qui la trama si complica:
- Howl nasconde un grande segreto e mantiene diverse identità per sfuggire alla guardia reale
- il Giappone è nel bel mezzo di una guerra
- Sophie perde la testa per Howl, nonostante lui nasconda un lato oscuro.
Il calderone è pieno zeppo di temi interessanti, e tutti sviluppati in una maniera così approfondita e fantasiosa, che lo spettatore resta letteralmente rapito dalla storia. Tutto è così nuovo ai nostri occhi che ci ritroviamo piacevolmente trasportati in un mondo in cui la magia è un elemento naturale, come l'aria che respiriamo. Le conseguenze che porta non scioccano i personaggi; essi le accettano come si accetta un raffreddore. Adulti immaturi e giovani saggi, nessun comportamenti può essere dato per scontato. Vediamo reazioni esagerate per questioni frivole come un colore di capelli sbagliato; e reazioni stoiche davanti a fatti che sono dei veri e propri drammi, come ritrovarsi decrepiti a 18 anni.Miyazaki sì che sa farci sognare. Ormai siamo abbiamo visto così tanti "felici e contenti standard", che con Il Castello Errante di Howl ci sembra di riaprire gli occhi dopo tanto tempo. Qualcosa che si discosta così tanto da quello a cui siamo abituati ci lascia senza fiato, soddisfatti e appagati dalla visione.
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